Cenni storici
L’Aloe Vera è conosciuta da millenni per le sue proprietà medicinali. Essa, infatti, è citata nell’Antico Testamento, nei Vangeli e in documenti antichissimi che tramandano l’uso dell’Aloe presso gli Egizi, i Cinesi, gli Indiani e i popoli Arabi.
Il documento più antico in cui si fa riferimento all’Aloe vera pare sia il Papiro di Ebers (circa 1500 a.C.), che è attualmente conservato all’Università di Lipsia, nel quale sono elencate le proprietà salutari della linfa di questa pianta, così come veniva utilizzata nell’antico Egitto ove, tra l’altro, entrava nella formulazione dei preparati adoperati per il processo di imbalsamazione.
Persino Ippocrate (460-337 a.C.), forse la fonte medica più autorevole dell’antichità, fondatore di una scuola di medicina che tramandò i suoi insegnamenti in una collezione di oltre 60 libri, cita ripetutamente l’uso dell’Aloe nei suoi trattati, decantandone le proprietà antinfiammatorie, rigeneranti, disinfettanti, antiscottature.
Dioscoride, medico greco (20-70 d.C.), autore del più antico trattato di farmacologia a noi pervenuto, il “De materia medica” nel quale parla diffusamente delle erbe officinali, descrisse ampiamente i benefici effetti di questa pianta per la guarigione di piaghe, cicatrizzazione di ferite, protezione e sollievo contro scottature, pruriti e infiammazioni cutanee.
Durante il Medioevo e il Rinascimento l’uso medicinale dell’Aloe si diffuse in Europa, e il suo uso a scopo curativo venne introdotto anche nel Nuovo Mondo, forse per opera dei missionari spagnoli. Da quel momento la coltivazione della pianta si diffuse dapprima nei Caraibi e successivamente in Messico e Sud america.
E’ notevole il fatto che gli usi antichi di questa pianta sono gli stessi di oggi: tutti gli studi e le ricerche moderne non hanno fatto altro che confermare la validità di quello che più di mille anni fa già si metteva in pratica.
Il fatto che l’uso dell’Aloe Vera non si sia diffuso come era lecito aspettarsi, è dipeso dal fatto che non si conoscevano adeguati sistemi per una razionale e sicura conservazione dell’estratto della pianta, problema che oggi è stato superato.
Descrizione
Nome botanico: Aloe vera L. (sin. Aloe barbadensis Mill. Aloe vulgaris Lamk.)
Famiglia: Liliaceae (Aloeacee)
Parti utilizzate: Gel mucillaginoso trasparente contenuto all’interno delle foglie
Si conoscono circa 350 specie di Aloe e di queste, 125 sono distribuite nel Sudafrica; tra tutte, quella più usata in fitoterapia è l’Aloe vera. L’etimologia del nome Aloe deriva dal greco e significa sale quindi… mare: in effetti sono delle piante che hanno come habitat ideale le zone di mare; è probabile che il nome della pianta possa discendere dal termine arabo che significa amaro, alludendo al succo della pianta in effetti molto amaro.
L’Aloe vera è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Aloeacee, alta fino ad un metro. Le foglie (dalle dodici alle trenta unità) sono disposte a ciuffo come i petali di una rosa e si presentano lungamente lanceolate, con apice acuto. Hanno una cuticola molto spessa e delle spine solo lungo i lati, sono carnose, di color verde chiaro che può sbiadire al grigio verde. Tagliando le foglie, si nota una cicatrizzazione del taglio quasi immediata; infatti la pianta libera un essudato protettivo che impedisce la fuoriuscita della linfa.
Nel centro di questa rosa di foglie, da steli rigidi e legnosi, spuntano in estate i fiori dell’Aloe a forma di grappolo nella tonalità del rosso, del giallo e dell’arancio con sfumature accese. Si trovano in commercio tè con fiori di aloe perché molto aromatici.
E’ una pianta di origine africana (da qui il nome popolare Giglio del Deserto) che predilige climi caldi e secchi; si adatta a qualsiasi tipo di terreno ma non deve mai essere eccessivamente umido. Esistono piantagioni di Aloe in ogni continente, in Europa il maggior produttore è la Spagna, mentre in Italia questo tipo di coltivazione è ancora agli inizi. L’Aloe vera può sopravvivere anche in appartamento, se luminoso, ed essere tenuta addirittura in camera da letto perché capace di liberare ossigeno ed assorbire anidride carbonica; è una pianta molto adatta per composizioni ornamentali.
Qui invece trovi informazioni sull’Aloe Arborescens e sulla ricetta miracolosa di Padre Romano Zago.